Che cos’è?
Lo Schiava è un gruppo di vitigni a bacca nera, di cui le varietà più note sono lo “Schiava Grossa” (che in tedesco viene solitamente chiamato “Trollinger”), la varietà “Schiava Gentile” e la varietà “Schiava Grigia”.
Sinonimi
In tedesco il gruppo di vitigni Schiava è noto con il nome di “Vernatsch”, mentre in Italia il nome predefinito è appunto “Schiava”, ma si trova anche chiamato col nome di “Mergellana”, “Matta”, “Montorfana”, “Botascera”.
I vigneti dello Schiava venivano chiamati da Gohete “Rother-Vernatsch”.
Dove è coltivato?
I vitigni dello Schiava vengono coltivati principalmente nell’Alto Adige, specialmente nella zona del Lago di Caldaro, così come nel Trentino e nella zona di Como, Brescia, Verona e Bergamo.
La presenza di questi vitigni era storicamente prevalente nell’Alto Adige e nella parte nord del Trentino nel corso del 1900.
Tipologie
Osservando i vitigni dello Schiava si separano tre tipologie di varietà, almeno secondo la tradizione ampelografica:
- 1) Schiava grigia: si tratta di un vitigno con grappoli di media grandezza, dalla forma piramidale, leggermente allungata. Le foglie non sono né grandi né piccole, hanno quindi una forma che tende al pentagono e dimensioni medie. Gli acini della schiava grigia sono anch’essi di medie dimensioni e dotati di una buccia di spessa pruina, tendente ad avere sfumature blu.
- 2) Schiava grossa ha un grappolo più grande rispetto alle altre due varietà; anche le foglie della schiava grossa (come si capisce anche dal nome) sono più grandi delle altre due varietà di schiava, tendenti anch’esse alla forma pentagonale.
- 3) Schiava gentile è invece dotata di grappoli di media grandezza, e foglie (di medie dimensioni) non più tendenti alla forma pentagonale ma piuttosto a quella orbicolare.
Caratteristiche
Lo Schiava è uno dei gruppi di vitigni più importanti e tradizionali del Trentino Alto Adige, spesso ha le caratteristiche a volte del rosato e manca talora di forte corpo.
Proprio per queste caratteristiche, accompagnate da un basso tenore alcolico e un aroma profumato, è facilmente amabile e spesso preferito proprio per questo motivo.
Un’altra caratteristica è che i vitigni del gruppo Schiava si presentano spesso come fortemente tannici.
Abbinamenti
Generalmente, i vitigni del gruppo Schiava si accompagnano bene alla carne bianca e al pesce.
Temperatura di servizio
Lo schiava andrebbe servito a una temperatura di circa 15°C.
Storia
Il gruppo dei vitigni Schiava viene ricordata anche per avere origini storiche particolarmente curiose, infatti questa tipologia di vigneti sembra sia stata un lascito dei Longobardi in Italia.
D’altro canto si parla spesso di una coltivazione “storica” nella zona dell’alto milanese, presso i colli di Sant’Erasmo.
In passato pare che lo schiava venisse usato anche come “moneta da baratto” in mancanza d’altro.
Origine
Si ipotizza spesso un’origine slava di questi vigneti.
Etimologia
Il nome schiava sembrerebbe avere a che fare con la pratica medievale della potatura piuttosto pesante dei vigneti, effettuata per migliorarne la qualità della resa.
Secondo altri pareri i vigneti venivano in passato agganciati a pilastri di legno o di altro genere, pratica anche detta “schiavizzare”, da cui si sarebbe originato il nome tutt’oggi in uso per i vigneti del gruppo Schiava.
Quali vini si producono con lo Schiava?
I più famosi vini (vedi immagine col vino di merano) realizzati con le uve dello schiava sono sicuramente quelli del lago di Caldaro e quelli della zona di Bolzano (Il Santa Maddalena).
Consigli per la coltivazione
La zona migliore per coltivare i vigneti del gruppo Schiava è quella della collina, in particolare nella fascia di altezza che va da 250 a 400 metri.
Approfondimenti consigliati
Letture
- Vedi il sito delle politiche agricole italiano su questo vitigno
- Pagina Wikipedia tedesca sui vitigni dello Schiava
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