Quali sono i criteri di abbinamento cibo-vino?

Introduzione

Un perfetto abbinamento tra cibo e vino fa si che nessuno dei due componenti sovrasti l’altro, come a dire che cibo e vino debbano completarsi armoniosamente.

Oggi abbiamo chiesto a Vini Perbacco (e-commerce di vini online) di raccontarci i loro preferiti!

Due calici con vino bianco, una bottiglia
Immagine da Pixabay

 

Elenco dei criteri di abbinamento

I criteri che portano attenzione nel “costruire” il perfetto abbinamento sono in sostanza cinque.

  1. L’abbinamento per struttura,
  2. L’abbinamento stagionale,
  3. L’abbinamento regionale,
  4. L’abbinamento per similitudine,
  5. L’abbinamento per contrasto.

 

Calice di vino rosso con bottiglia di vino
Immagine da Pixabay

 

L’abbinamento per struttura

La struttura di un piatto è l’insieme degli ingredienti e dei passaggi di cottura e tecnica che il piatto stesso arriva ad avere.

Un carpaccio di manzo, una caprese o una carne cruda al coltello non è sicuramente complicato, mentre un brasato o la lepre in salmì richiedono preparazioni lunghe e molto articolate.

Al crescere della struttura del piatto occorre corrispondere uguale struttura del vino, cioè quella peculiarità che gli eno-appassionati chiamano in gergo “corpo”.

Calici di vino bianco con sfondo sul mare
Immagine da Piabay

 

L’abbinamento stagionale

D’estate viste le temperature si è di norma propensi a mangiare cibi e piatti leggeri, mentre d’inverno più articolati e complicati con preparazioni lunghe. Così accade per la scelta dei vini, d’estate si prediligono vini bianchi e rosati, serviti freddi di facile beva e d’inverno si ricerca la struttura e la potenza olfattiva.

Ciò però non preclude il fatto che d’estate non si possano bere vini rossi “leggeri” come un Lambrusco Salamino o un Chianti giovane… oppure che d’inverno si possa ricercare un bianco strutturato ed invecchiato in cui risieda mineralità spiccata e note idrocarburiche terziarie.

Piatto di Souvlaki
Immagine da Pixabay

 

L’abbinamento regionale

Chi ama muoversi e girovagare per turismo enogastronomico avrà appurato come sia felice l’abbinamento “regionale” fra piatti e vini di un determinato territorio.

Indubbiamente abbiamo ragioni storiche e culturali che rendono idilliache questi accostamenti.

Perché azzardare matrimoni inconsueti quando la tradizione ha delineato con successo il connubio enogastronomico?

Lo zampone pretende un Lambrusco, i Pizzocheri un vino Valtellinese, le trenette al pesto un bianco Ligure e così via…

L’abbinamento per similitudine

È quello che vuole sfruttare al meglio alcune caratteristiche del piatto e del vino.

Viene preso in esame quando si è alla ricerca della bottiglia giusta nel caso di piatti aromatici o speziati.

Un vino di forti sensazioni olfattive e che sia speziato si accompagnerà molto bene ad un piatto con caratteristiche analoghe.

Vino rosso in calice, bottiglia di vino
Immagine da Piabay

 

L’abbinamento per contrasto

Come si fa a scegliere il vino ideale quando ci si trova di fronte ad un piatto ricco di acidità o con ampia grassezza? Sbagliare la scelta del vino è molto frequente, a volte si pensa che di fronte ad un piatto acidulo si debba corrispondere un vino altrettanto acidulo, invece no, è totalmente all’opposto.

Occorre applicare il criterio dell’abbinamento per contrasto, secondo cui si raggiunge l’armonia fra cibo e vino con bottiglie capaci di attenuare le caratteristiche del piatto.